reality and illusion

Psicologico, fantasy.

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    imparziale, obiettiva, stronza e cinica, tutti mi descrivono cosi io mi descrivo in questa maniera sono semplicemente diversamente bastarda

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    ❥Roler
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    Da Catania. Dal mio letto con il mio angelo tentatore.

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    Premessa:In questa fiction verranno usati linguaggi volgari, e verranno descritti atti di violenza, omicidi e suicidi, la storia e prevalentemente drammatica, i personaggi sono tutti inventati ed originali.

    Premetto che è da un paio danni che non scrivo una fan fiction tutta di mia inventiva quindi abbiate pietà di me.

    Capitolo 1: Unreal
    "E' se il mondo in cui viviamo non e altro che un illusione creata da un agente esterno, chiamato media e che e tutto costruito su uno schema inscindibile, privo di ogni libertà? E se la libertà che tutti noi pensiamo di avere, in realtà non e solo una nostra pura e semplice immaginazione? Ho per meglio dire, se fossimo realmente liberi di fare ciò che vogliamo, perchè ci dobbiamo basare su degli inutili schemi da seguire giornalmente".
    Disse Junko al suo professore di filosofia, delle domande talmente veritiere da confonderlo, e non riuscire a dare risposta alla ragazza uscendosene con la solita frasetta idiota, di uno che già sa ma non vuole sapere.
    "Junko smettila di sognare e torna alla realtà, non e il momento di fare dei moralismi"
    Disse l'uomo facendo infuriare la ragazza, che usci dalla classe, andando nel terrazzo per distrarsi un pò sdraiandosi incurante nel duro cemento, a guardare il cielo, cosi bello cosi libero, chiuse gli occhi entrando nel suo modo di immaginazione, cosi contorto, e tortuoso, un modo che solo lei poteva costruire come meglio le piace, ma quel pensiero le rimaneva intesta, E se il mondo non fosse realmente reale. penso mentre una voce dal suo interno le parlo e disse.
    "prosegui verso la strada tortuosa della tua mente".
    La ragazza apri gli occhi, ritrovandosi in un mondo privo di qualsiasi forma di vita, più o meno come se lo era sempre immaginato lei il mondo, che gli umani ci erano capitati per caso su quel pianeta, mentre il pensiero si dilungava a dire dove sono? si chiese la ragazza mentre camminava lungo la strada piena di sassolini, mentre di dietro non aveva altro che l' oscurità che la seguiva passo dopo passo, mentre la voce le riparlava.
    "sei nel mondo creato dalla tua mente"
    Rispose alla sua domanda mentre la ragazza proseguiva, per la strada, dove gli alberi erano privi di vita, secchi e raggrinziti, facendo divulgare nuovamente il pensiero in domande stupide perchè e tutto cosi morto? cosa ci dovrei fare qui? si chiese quasi stupidamente forse ben sapendo la risposta, mentre proseguiva nel suo stato mentale cosi buio e contorto, chiedendosi se ci fossero altre persone, in quello stato, ma smise di pensarci perchè la voce le rispose.
    "sei tu che puoi cambiare il mondo in cui vivi, e il mondo immaginario in cui stai vivendo, basta immaginarlo migliore, ma la strada e ancora lunga e piene di ostilità, sarai pronta a combattere i demoni del tuo animo".
    Disse quella che dovrebbe essere la sua voce guida, annuendo immaginando che quell' albero difronte a se fosse vivo e rigoglioso pieni di fiori di ciliegio, mentre la strada che aveva percorso fino a ora doveva assere un bel prato appianato, e nel finire di immaginare quel paradiso chiuse gli occhi ritrovandosi nuovamente nel mondo reale, con la faccia dell' amica appiccicata al volto e disse.
    "Yukari cosa c'è?"
    Domando la ragazza al amica sperando di non essere rimasta la ha sognare per troppo tempo, chiedendosi se potesse realmente cambiare il mondo semplicemente immaginandolo migliore, mentre guardava l'amica pre dirgli qualcosa mentre veni interrotta dalla sua mano e disse
    "che cazzo facevi e tre ore che ti cerco"
    Disse l'amica alla ragazza facendole fare un espressione più che stupita , alzandosi dal pavimento del terrazzo e senza dire niente segui l'amica fino in classe sentendosi le ramanzine dei professori andandosi a sedere al suo posto, seguendo l' ultima ora della giornata mentre leggeva un bigliettino che gli passo l'amica che le stava al banco davanti al suo lo apri e lo lesse nella sua mente Junko ma che mi combini? sorrise nel leggerlo mentre scriveva nel foglietto che gli lo avrebbe spiegato dopo quando sarebbero tornata a casa.
    Al suono della fine delle lezioni andò verso il suo armadietto cambiandosi le scarpe mettendosi i soliti mocassini che davano in dotazione alla divisa, mentre poso le ciabatte dentro l'armadietto, chiudendo il piccolo sportellino di lamina, raggiungendo l' amica e disse.
    " non puoi capire che cazzo mi sono sognata in quelle tre ore che mi hai cercata"
    Le disse mentre l' altra la guardo perplessa, rinunciando che quella ragazza potesse cambiare e disse.
    "cazzo Jiunko hai diciotto fottutissimi anni come puoi cascare ancora in queste stronzate, ma pensa a qualcosa come crearti un domani anzi che sognare, e dormire per tre ore filate sul terrazzo della scuola"
    Disse l'amica a Junko preoccupata per la sua sanità mentale, mentre si incamminavano verso casa, mentre la ragazza guardo l'amica con la faccia dispiaciuta ed imbronciata.
    tornata a casa, vide il suoi piccolo cagnolino saltarle addosso mentre si toglieva le scarpe, mentre andava in cucina, vedendo il fratello più che adirato, non disse nulla sedendosi a mangiare.
    "Che diamine fai si può sapere ha saltato tutte le ore in cui cera economia domestica lo sai?"
    Disse il fratello alla sorella, rimproverandola mentre mangiava non dava ascolto al giovane professore di economia domestica rimproverandola sul perchè avesse saltato le sue lezioni , gettando un pesante sospiro e disse lei al fratello.
    "penso di dover parlare con uno psicologo, i miei sogni non sono normali"
    spiego facendo capire ad esso che si era addormentata chissà dove, sospirò senza dire nulla, alzandosi dal tavolo e disse.
    "Junko, fai quello che vuoi, ma none con l' immaginazione che li riporterai indietro"
    disse il fratello molto generico, prendendo il cane portandolo a passeggio mentre lei fini di mangiare, andandosi a vedere un pò di tv.
    Nel mentre il fratello usci di casa, portandosi dietro il cagnetto, guardandosi le spalle, visto che era uscito in maniera brusca da affari illeciti, portandosi il cane nel solito parco alla solita ora, circa le dieci e mezza, un orario perfetto in cui uno Yakuza poteva assassinarlo, ma quella serata sembrava piuttosto tranquilla, mentre portava a spasso il cane, ma non ne era sicuro rimanendo sulle difensive guardandosi ogni tanto intorno, venendo distratto da un fruscio metallico, girandosi verso di esso, vedendo un uomo di circa la sua eta forse un pò più piccolo, vedendolo mentre prendeva la rincorsa per fare un affondo con la sua ketana, lo schivo, vedendo che il ragazzo si preparava al prossimo affondo.
    Era passata circa mezzora, da quando il fratello era uscito, si alzo e si mise delle scarpe per andarlo a cercare, uscendo di casa con ancora la divisa scolastica messa, andando a cercare il fratello, andando nel solito parco, a cercarlo.
    IL giovane uomo era impegnato a schivare gli affondi del ragazzo intendo ad ucciderlo, non riuscendo a schivare l' ultimo colpo gettando un urlo per il dolore, mentre guardava il ragazzo sorridere soddisfatto, mentre vedeva la sorella arrivare, correndo verso di lei chiamandola.
    "Junko vattene"
    disse alla sorella che si giro verso di lui vedendola sbiancare, vedendo il fratello ferito, e il ragazzo dietro rincorrerlo con una katana in mano pronto al prossimo e ultimo affondo che sgozzo da parte a parte la gola del fratello maggiore di Juonko.
    Tu be continued.
     
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