Royal Blue

Kuroshitsuji I - Royal Blue

Lo guarda.
Lentamente il suo sguardo scende su quella piccola figura rannicchiata fra le coperte disordinate, che stringe forte un lembo del lenzuolo bianco.
Lo guarda e non può fare a meno di sorridere, pietosamente, a quella visione.
Ciel Phantomhive, sei davvero così forte come sembri?
Cosa c'è dietro quella maschera fatta d'oro e diamanti?
C'è solo la figura di un bambino troppo cresciuto, con troppe responsabilità su quelle spalle troppo sottili per reggere un peso del genere.
Lo guarda una terza volta, passando leggero una mano su quei capelli sempre curati, morbidi, sottili.

Il piccolo conte apre solo un occhio, sbattendo le palpebre un paio di volte prima di realizzare che in quella stanza è solo, dannatamente solo.
- ...Sebastian?
Ma Sebastian non c'è più, se n'è andato lontano, dove è impossibile trovarlo.
E Ciel piange, stringe forte la benda nera che ha in mano, mentre la piccola speranza di vedere ancora quella figura nera al suo fianco muore lentamente.
- Non era difficile...dovevi rimanere qui
Sibila il signorino, a denti stretti.
Ma quella volta, quella lacrima non arriva a cadere sulle lenzuola bianche.
Una mano coperta da un guanto bianco la blocca, alzando poi il volto del bambino.
Gli occhi di Ciel fissano a lungo quelli rossastri del demone, che nonostante tutto rimane fedele agli ordini del proprio padrone.
E Sebastian non può che dare la colpa a se stesso, per perdersi ogni volta in quello specchio di una tonalità Blu Reale.

Kuroshitsuji I - Scarlet Red

Lo ha sempre desiderato, amato, voluto.
E come ricompensa, ha sempre ricevuto dei no che sembravano calci nello stomaco.
Eppure lui non si arrende, va avanti, con il suo adorabile sorriso provocante sulle labbra e la motosega stretta fra le mani tinte di rosso.
- Scegli me, Sebas-chan! Perché ti ostini a seguire quel tappo che ti umilia?
E Sebastian non sa rispondere, perché neanche lui sa il motivo della sua scelta.

Avrebbe potuto benissimo tagliare la gola al ragazzino e finirla lì, eppure continuava a servirlo come un cane.
- Esci da questa casa e non farti più vedere, inutile Shinigami
E' l'ultima frase che pronuncia il demone prima di lanciargli un coltello che gli sfiora la guancia.

Grell sorride, sentendo quel piacevole liquido rosso scendergli lungo il viso fino a raggiungere il collo.
Perché alla fine è quello che vuole essere trattato male, ma allo stesso tempo percepire le attenzioni di Sebastian su di sé.
- La prossima volta non mancherò l'obbiettivo.
Eppure anche quella piccola frase rende felice lo Shinigami rosso, perché "ci sarà una prossima volta". E dal canto suo, spera che possa essere il più vicino possibile.
~ ~
Siede tranquillo sul muretto davanti alla grande villa, proprio nel punto dove gli è più facile osservare Sebastian lavorare.

Lo vede tagliare le verdure, accendere i fornelli, sciacquarsi le mani...riesce a percepire ogni sua minima mossa.
Come se lo avesse fatto apposta, lo sguardo del demone incontra quello dello shinigami, il quale non può fare altro che salutarlo vivacemente con la mano.
Al contrario il maggiordomo sospira pesantemente e torna al lavoro, controllando regolarmente l'orologio per paura di fare tardi nella cottura della cena.
Grell non ci fa caso, continua a guardarlo, perché ormai riesce a fare solo quello.
Conosce ogni minimo spostamento dell'altro, sa l'ora esatta in cui si laverà le mani, in cui salirà le scale, in cui preparerà il thé per quel piccolo sgorbio dalla testa blu.
- Cosa fai ancora qui?
Il rosso era talmente perso nei suoi pensieri che non si era neanche accorto di aver avuto Sebastian accanto per un bel po' di tempo.
Si alza in piedi e sorride, esulta, grida: tutto per nascondere quel velo di tristezza che serba in cuore.
Come se fosse un sogno, il demone avvicina lentamente le labbra a quelle dello shinigami, ma non riesce neanche a sfiorarle perchè una voce stridula e lontana lo sta chiamando.
- Yes, my lord
E Grell capisce a chi è riferito l'urlo di Sebastian, mentre il suo cuore si spezza un po'.
Lo saluta con un sorriso, sventolando lievemente la mano, cosa che fa anche l'altro.
In fondo, Grell lo sa, che nel cuore di Sebastian ci sarà un piccolo spazio anche per lui.