Quando non é mai troppo tardi per dire ti amo

Lemon, Yaoi, etero, romantico, erotico.

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    ❥Roler
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    Storybrooke, Maine

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    Quando non è mai troppo tardi per dire “ti amo“:


    Quando Gabriele si svegliò in un letto non suo, allacciato a un uomo sicuramente più grande di lui, non poté fare altro che rabbrividire.
    E i brividi aumentarono ancor di più quando si ricordò chi fosse l’uomo che lo stringeva tra le sue braccia: era Michele, migliore amico di sua madre, nonché ragazzo maturo di trent’anni che, sicuramente, doveva avere qualcosa che non andava, dal momento che era andato a letto con un ragazzo di appena diciannove anni.
    Gabriele arrossì sollevandosi a sedere e facendo scappare un mugolio a Michele. Lo guardò per un infinito attimo: i capelli neri, naso alla francese, bellissima bocca piena e gli occhi chiusi che sapeva essere di un blu incredibile, un blu così intenso da far male. Quell’uomo era così affascinante che sua madre si era sempre chiesta come fosse possibile che non avesse una compagna.
    Ecco, adesso era spiegato il mistero. Michele era omosessuale e anche un po’ pazzo, a dire la verità.
    Gabriele si districò dalle coperte per alzarsi e andare almeno a fare un caffè per Michele e per la sua famiglia. In quella casa c’erano i suoi genitori e un ragazzo a cui Michele dava assistenza per gli esami universitari.
    “Quanto sei generoso Michele, io non avrei mai ospitato un estraneo a casa mia.” aveva detto
    la mamma di Gabriele, quand’erano arrivati.
    Adesso lui aveva capito che probabilmente Michele faceva pagare in natura l’ospitalità a quel ragazzo. Arrossì pensando che certi pensieri non li doveva fare. E arrossì ancora di più quando si rese conto che la camera dov’era stato quella notte era accanto a quella del ragazzo in questione.
    Pregando che non avesse sentito nulla, Gabriele tornò in camera sua e scelse dal guardaroba la maglietta nera più anonima che possedesse e dei jeans strappati leggermente a vita bassa. Dopodiché, guardandosi allo specchio prese la matita nera e si rifece il trucco agli occhi. Poi finalmente scese in silenzio le scale per andare a fare colazione.
    Ad attenderlo, mentre si gustava la sua cioccolata, trovò lo studente ospitato da Michele.
    Aveva le occhiaie sotto gli occhi verdi ed appariva abbastanza stanco e provato, proprio come se non avesse dormito per tutta la notte.
    Allora aveva sentito tutto! Gabriele cominciò mentalmente ad imprecare.
    “Tutto bene Lucifero?” si trovò comunque a domandare, fingendo noncuranza.
    Non aveva mai sentito nessuno con quel nome così ridicolo. Nemmeno gli donava, a dir la verità: capelli biondi un po’ lunghi, occhi verdi e pelle rosata, arrossiva molto spesso e per di più era anche timido, insomma non era cattivo.
    Come da copione, Lucifero arrossì e balbettò un: “Si, tutto bene!”
    “Non sei riuscito a dormire?” domandò Gabriele.
    Lucifero arrossì ancor di più.
    “Beh in effetti no, Michele faceva un gran fracasso. Mi chiedo proprio come mai…”
    A questo punto, toccò a Gabriele arrossire, ma riuscì a voltarsi prima che Lucifero se ne rendesse conto.
    “Ehm… forse non stava bene e si è agitato” provò a dire.
    “Stava male?” domandò con voce acuta, Lucifero.
    “Ehm… Dico così per dire, ma forse no, magari stava scomodo a letto e…”
    Prima che potesse finire la frase una voce sonnolenta, quello del proprietario della casa, si fece sentire: “Chi stava scomodo a letto?” chiese raggiungendo Gabriele e abbracciandolo da dietro.
    Gabriele si zittì all’istante e arrossì, mentre Lucifero guardava con un’espressione strana l’uomo. “Allora?” chiese Michele.
    “Ecco Lucifero non è riuscito a dormire stanotte perché facevi un po’ di rumore” e qui arrossì ancora di più “E pensavo che probabilmente tu stessi scomodo nel letto” finì di spiegare.
    L’uomo a quel punto ghignò mentre fissava Lucifero dietro al corpo di Gabriele. “Può essere“ disse volgendo l’attenzione ai fornelli, dove bolliva una buona cioccolata “ma guarda qui cosa ha preparato il nostro Gab! La cioccolata calda.”
    “L’ho fatta io!” la vocina, piccola, timida e quasi rassegnata di Lucifero fece voltare Michele.
    “Non dire bugie, l’ha fatta Gab. Tu non sai cucinare!” quel tono così imperioso, fece sussultare lo studente che abbassò gli occhi.
    “Avanti assaggiamo questa delizia!” fece Michele, ritornando ad essere sorridente con Gabriele che arrossì sotto quell’attento esame, mentre entrambi presero posto a tavola.

    Continua...
    Questa fanfic risale a Febbraio di quest'anno, è composta da 13 capitoli ed è la mia prima fic originale. Può essere che a qualcuno l'ha già vista pubblicata con un altro nick. Sono sempre io.
     
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  2. »_Jun.}
     
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    sembra carina ^^ il continuo?
     
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  3. Akarim
     
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    giusto...il continuo??
     
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2 replies since 1/8/2009, 14:08   126 views
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